Il territorio

Cattedrale di Santa Maria di Alghero: storia di una costruzione

A seguito della revisione delle Diocesi sarde apportata da Papa Giulio II nel 1503 (su volere del sovrano Ferdinando II), quella di Alghero vide ampliarsi il suo specifico bacino di fedeli, arrivando a non avere più un tempio tale da poter essere definito Cattedrale.

Per questo motivo si iniziò a pensare all’edificazione di una nuova grande chiesa, i cui lavori molto probabilmente furono completati, nella sua parte absidale, nell’ultimo decennio del Cinquecento: solitamente, infatti, le chiese venivano sempre costruite a partire dall’abside, al fine di permettere la celebrazione in tempi brevi rispetto alla chiusura definitiva del cantiere (che si poteva a vere anche dopo un secolo).

La chiesa oggi si presenta con una facciata neoclassica, realizzata attorno al 1862, che da una forte idea di verticalità all’intera struttura: le sue colonne bianche e slanciate, infatti, contribuiscono ad alleggerirla, portandola a diretto contatto con la sfera aulica della presenza divina.

Il resto dell’edificio vede la grande predominanza della torre campanaria, grande simbolo dell’intera città di Alghero, che spicca sul panorama urbano, segnandone fortemente lo skyline anche dalla costa: la torre risulta essere tardogotica, contraddistinta dalla canna a sezione ottagonale, da diverse aperture ad arco ogivale sui lati, coronata con una slanciata guglia di forma piramidale comune in Catalogna rivestita di maioliche policrome.

Alla base del campanile si apre il portale che lo collega alla cappella centrale del deambulatorio: questo è in stile fiorito, con colonnine sormontate da archetti ogivali, decorato da sfere e piccoli gigli scolpiti nella pietra; una vera chicca di questa chiesa, riccamente adornata nel corso dei secoli.

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